di Andrea Santarelli
Il Limentra Inferiore, come il suo omonimo Limentra Superiore, nasce dal Monte La Croce, vicino Badia a Taona, in provincia di Pistoia. Dopo pochi chilometri dalla sorgente entra in Emilia Romagna e il suo corso (dal 1933) viene immediatamente sbarrato andando a formare il Lago di Suviana. Dopo il bacino, il torrente prosegue all’interno di una valle incassata (Gola di Castrola). Il Limentra riceve qui l’acqua di numerosi ruscelli e ruscelletti (in estate quasi tutti in secca). Dopo circa 31 km, e dopo aver accarezzato la bellissima Rocchetta Mattei, nei pressi di Riola di Vergato si getta tra le acque del Reno.
Il Limentra ha acque abbondanti tutta la stagione, anche se la sua portata è spesso regolata dal bacino di Suviana. Occorre pertanto prestare attenzione agli improvvisi rilasci provenienti proprio dal bacino. L’acqua, in pochi minuti sale di almeno 20-30 cm e il torrente aumenta notevolmente la sua portata. Se si vuole pescare in tranquillità perciò è bene informarsi prima sugli orari di rilascio. Durante la stagione piscatoria 2015, per esempio, vi erano due rilasci giornalieri, uno alle 7,30 e uno alle 17,30. Entrambi duravano circa 2 ore.
Dal punto di vista della conformazione, il Limentra somiglia molto al vicino fiume Reno. Come quest’ultimo, anche il Limentra è caratterizzato da un letto più largo del normale costituito da ciottoli di media grandezza. Inoltre, come l’alto corso del Reno, anche il Limentra Inferiore scorre all’interno di una stretta valle e, proprio come il Reno, il Limentra è caratterizzato da rarissima vegetazione spondale, che, se da una parte consente al pescatore di muoversi con più libertà e di sondare con più facilità ogni tana, dall’altra parte rende i pesci molto più furbi e sospettosi. A differenza del Reno però, le acque del Limentra sono decisamente più pulite e più fredde prestandosi ad habitat ideale per trote fario e per una fauna bentonica di rilevante quantità e qualità.
Quello che infatti colpisce più di ogni altra cosa, avvicinandosi al Limentra Inferiore, è la pulizia e la limpidezza delle acque. Nonostante pescarci sia un vero piacere, non è però sempre facile ottenere buoni risultati. Ciò, oltre che per una rilevante pressione di pesca, dipende da un preciso motivo: la già citata assenza di vegetazione spondale. Raramente, infatti, i pesci hanno un riparo e un’ombra sopra la propria testa. Spesso possono proteggersi solo nascondendosi tra le rocce. Questo fa sì che le trote siano notevolmente più sospettose rispetto a condizioni normali. Un passo più rumoroso, una mosca posata troppo pesantemente o un falso lancio di troppo possono vanificare ogni sforzo.
Le tecniche più redditizie? Dipende dalla stagione. In Inverno e in Primavera sono senza dubbio la pesca al tocco e quindi lo spinning. In estate però, complici i livelli bassi e la limpidezza che ne consegue, la pesca al tocco perde di redditività a favore della pesca con la mosca. Resta sempre valido lo spinning. I momenti migliori? D’estate, se si pesca al tocco è indubbiamente durante il rilascio di acqua da parte del bacino. A mosca secca e a spinning il momento migliore è invece appena terminato il rilascio, quando l’acqua si è abbassata, ma è ancora velata e i pesci sono in attività. E poi chiaramente il “momento” perfetto è rappresentato da quelle giornate di tempo instabile in cui i pesci sono finalmente attirati fuori dalle tane e sono meno sospettosi del solito.
Quali pesci aspettarsi dal Limentra Inferiore? Dato per scontato che parliamo di trote fario, essendo il fiume assolutamente in salute, si incontrano pesci di quasi tutte le classi di età. La dimensione media, consona ad un torrente appenninico è di circa 25 cm. Raramente, ma non troppo, capita di catturare il pesce sopra la media che magari recupera precedenti uscite andate male. Come nota a margine, va detto che il Limentra Inferiore è classificato di Categoria D dal bacino di Suviana sino a Ponte di Verzuno. Il restante tratto (3 km circa) è classificato di Categoria C.
©2015 Andrea Santarelli